martedì 19 febbraio 2008

ostracon!

è vero, ho l'emozione facile, ma come resistere?
per qualche mese si può dare uno sguardo (dal vivo!)
ai "libri" del III secolo a.c.
chi si accontenta può vederli qui.

lsi

domenica 17 febbraio 2008

domenica mattina



mentre stav è impegnato a combattere il raffreddore, decido che è il momento giusto per cambiare aria e andare a salutare gli anatroni del lungarno.
non troppo distante da casa, c'è un luogo in cui è possibile osservare la vita di nutrie, anatre, aironi, gabbiani, ratti, a volte cigni. c'è uno splendido sole e passeggiare è veramente un piacere. non è un'oasi protetta o un presidio del wwf, è un luogo in cui il fiume è molto basso, lento, acquitrinoso, in cui capita di vedere persone pescare o stendere il bucato ad asciugare sulla sponda d'erba verde. mentre osservo mi capita di pensare a mio padre e a quanto gli piacerebbe spiare questi animali qui con me.
anche a me piacerebbe.
tanto.


tea

venerdì 15 febbraio 2008

biennale in pillole: la pillola a pois



5 bauli aperti a libro: un abito appeso e numerosi oggetti vintage perfettamente ordinati e organizzati in modo da sfruttare ogni centimetro; 5 professioni indagate, declinate al femminile e rappresentate con grande ironia. Curiosando nel baule del Management portable office si scopre il flacone dei tranquillanti accanto alla ventiquattrore. E’ divertente confrontare i propri luoghi comuni associati ad un mestiere e confrontarli con quelli esibiti dall’artista. Ci si chiede subito da quali oggetti il nostro lavoro sarebbe rappresentato… La boutique del popolo certamente farà al caso nostro.
Il titolo dell’installazione di Christine Hill è Minutes: come minuti, il tempo che scorre sugli oggetti e le nostre vite, ma anche come minutae, le minuzie, le piccole cose quotidiane alle quali viene riconosciuta dignità di opera d’arte come riassume la frase sui cartelli alle pareti intorno all’installazione: "art is the demostration that ordinary is extraordinary"
Un'austera sala di lettura consente di guardare seduti l’allestimento, di godersi le reazioni del pubblico e di sfogliare il ricco e spassoso The Volksboutiques Inventory.

giovedì 14 febbraio 2008

martedì 12 febbraio 2008

sabato 9 febbraio 2008

il mio primo frullatore (ultima parte)

il giorno seguente torno al negozio.
stavolta ci arrivo documentata: ho in mano 10 pagine di modelli di frullatori adatti alla mie esigenze. cerco la signora in arancione e le dico, risoluta, che mia madre non è contenta del mixer acquistato ieri. evito di spiegarle che mia madre vive a circa 500 km di distanza e mai userà o vedrà questo mixer, mi pare irrilevante. le spiego che lo voglio sostituire con uno qualsiasi di questi 10 modelli smontabili, lavabili in lavastoviglie (che naturalmente non possiedo), e di marche conosciute che (per questa volta) danno tanta sicurezza. la signora mi guarda comprensiva, fa un paio di ricerche sul suo computer e mi rassicura: "torni tra 5 giorni e facciamo il cambio, nel frattempo quello lo tenga lei". questa frase si ripete identica per le tre volte successive in cui mi presento in negozio. penso ad uno scherzo. Alla fine, stremata, le lascio il mio numero chiedendo di essere avvertita non appena avranno quello che cerco. la signora, come se mi vedesse per la prima volta, mi chiede di scriverle PER BENE tutte le caratteristiche che DEVE possedere il mio oggetto del desiderio. deglutisco ed eseguo.
Molti giorni dopo, appena salita sul treno che mi porta 500 km al nord dai miei, ricevo la telefonata della signora in arancione che, eccitata, mi dice di avere quello che fa per me: si chiama principio e a me pare un ottimo segno per concludere l'odissea del mio primo frullatore.

giovedì 7 febbraio 2008

il mio primo frullatore (parte 2)

torno a casa, sconsolata, e inizio a spacchettare il nuovo attrezzo culinario.
cerco smaniosa il foglio delle istruzioni che consta di cinque righe, tre delle quali dedicate alla sicurezza e due al nome del prodotto (rigorosamente made in china e di marca sconosciuta). Stav guarda perplesso il nuovo arrivato e scuote la testa. io fingo grande soddisfazione elencando le qualità del frullatore: è piccolo, leggero e ... frulla. Chiamo mia madre, raccontandole orgogliosa il nuovo acquisto. mi interrompe subito con una raffica di domande (da quando è competente sui mixer?!) alle quali segue una lunga serie di risposte negative da parte mia. Alla fine mi riassume la situazione: morirò fulminata al primo utilizzo. Stav sorride e concorda.
Io ripongo tutto con cura nella scatola, poi in un sacchetto, poi nell'angolo più buio di casa.

sabato 2 febbraio 2008

il mio primo frullatore (parte 1)

amo le zuppe dense, così la miro e il suo fidanzato-filosofo mi regalano uno splendido libro fotografico su come cucinare 130 ottime zuppe. felice, mi accorgo che per preparare una buona zuppa occorre un mixer, o meglio un frullatore a immersione.
non che non ci avessi pensato prima, ma diciamo che ho un po' di resistenza verso gli elettrodomestici (soprattutto quelli inutili). tuttavia stavolta decido che è l'occasione giusta per comprarmi il frullatore. l'addetto alle vendite mi propone 2 modelli: uno da 10 euro e uno da 80 euro. opto per quello da 10. alla cassa faccio un paio di domande alla signora in arancione:
"per lavarlo si smonta qui?"
"NO, è pezzo unico, non lo metta troppo vicino all'acqua"
"ma è a immersione! va messo nei liquidi..."
"sì, ma non oltre questa riga"
"ok, senta, con questo posso anche ...."
"con questo può fare poco"
"scusi?!"
"vede qui?, è poco potente"
"ma, scusi, non esistono modelli intermedi tra questo e quello super accessioriato da 80 euro?"
"certo che esistono! ecco il suo resto, lo scontrino e.... arrivederci"